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Titolo:
Odio
Autore: Andrea Ferrari
Editore: 96 rue de-La-Fontaine Edizioni
Genere: Narrativa contemporanea
Prezzo: cartaceo 9,00 Euro
Rating: 6,5
Sinossi: "Sangue e morte, questo è ciò che si merita un individuo che calpesta questa terra. Ma è un pensiero che non sfiorava la mia mente quand'ero ancora un ragazzo. L'odio che sento ora è comparabile al sentimento di distruzione che vorrei provare ma non riesco a focalizzare per colpa dei farmaci antipsicotici. Farmaci che non sono stato l'unico a prendere, ma qui è troppo presto per parlarne."
Recensione: "Odio"
è un libro particolare sia per la tipologia che per lo stile con cui
è stato scritto. La trama ruota intorno alla vita del protagonista
che , sin dalla più giovane età, è affetto da diverse ( e gravi)
patologie psichiche ( paranoia, complesso di persecuzione ed una
sessualità fin troppo esuberante che , spesso, cade nell'onanismo
compulsivo). Il libro descrive alcuni episodi della sua vita e di
come la sua malattia ne influenzi pesantemente il percorso.
La
narrazione avviene attraverso il racconto dello stesso protagonista,
come se fosse un libro di memorie. Il narratore/protagonista, oltre a
descrivere le sue vicende, riflette sugli eventi ,da lui stesso
narrati, descrivendo sia il punto di vista del sè stesso passato che
, alcune volte, quello del momento in cui narra, in cui è cosciente
di quale sia la sua condizione medica ( il così detto " senno
del poi").
L'ambientazione
è realistica, la nostra, ma cronologicamente e geograficamente
differente da episodio ad episodio. La descrizione degli ambienti non
è mai particolarmente approfondita anche se non mancano mai i
particolari contestuali che danno un'idea ben precisa del tipo di
atmosfera che respira il protagonista. Le descrizioni, infatti,
sembrano ricalcare la visione del mondo di lui, in una visione
soggettiva dell'ambiente , dettaglio che aiuta molto per quanto
riguada l'immersione nel personaggio. Da ciò scaturisce un'atmosfera
generale di squallore e prevaricazione, anche nei contesti di vita
più mondana.
Come
è ovvio che sia, date le modalità della narrazione, c'è una grande
esplorazione della personalità del protagonista che avviene sia in
modo diretto (descrivendonone le caratteristiche) che indiretto
(tramite lo stile narrativo o gli eventi che vive). Interessante è
il modo in cui l'autore ha deciso di rendere manifeste le ossessioni
del personaggio, mettendo in risalto il ripetersi di alcune
specifiche azioni (onanismo compulsivo, ad esempio) e degli elementi
ambientali su cui il personaggio si focalizza. Una scelta simile ha
sia il pregio di rendere più evidenti i disturbi del protagonista
fino a (quasi) viverli, che il difetto di far risultare la narrazione
più pesante.
Per
quanto riguarda i personaggi secondari, la loro descrizione è,
ovviamente, meno accurata ma comunque funzionale al loro ruolo,
focalizzata, di solito, su uno o due aspetti principali.
Oltre
ad una, ovvia, differenza quantitativa nella strutturazione dei
personaggi, se ne nota una anche di metodo. Il protagonista è
fisicamente abbozzato. Se ne conoscono le caratteristiche fisiche ma
l'autore si concentra di più a farci conoscere la sua psicologia. La
faccenda si ribalta con i personaggi che gli girano intorno dove
domina più la descrizione esteriore che interiore, spesso abbozzata
o assente.
La
differenza sopra descritta, comunque, non va interpretata come
difetto. In un libro come "Odio", che presenta continui
cambi di luoghi e personaggi, differenti scelte avrebbero appesantito
un ritmo di narrazione già pesante di suo. Questa libro, infatti,
soffre di una narrazione lenta, a tratti ripetitiva, dovuta sia alla
tipoligia di cui fa parte (le storie introspettive non sono famose
per i ritmi al cardiopalma) sia al fatto che il soggetto trattato non
permette grandi variazioni narrative. L'ossessività con cui vengono
riproposte alcuni pensieri ed azioni se da una parte ci permettono di
immergerci di più nel personaggio, dall'altra danno una forte
sensazione di fastidio e pesantezza.
Al
salvataggio di tale situazione arriva la seconda metà del libro dove
si presenta un'importante svolta narrativa che andrà a mitigare una
parte di questi problemi.
Punto
forte della storia è l'originalità. Esistono diverse storie
incentrate su malati mentali ma, di solito puntano in due direzioni
nette: o pazzo psicopatico o malato da compatire ed aiutare. Qui c'è
un mix. La malattia del protagonista, di solito, ha un uso maggiore
per la prima categoria, però è affrontata umanizzando il
personaggio (anche se non so dire quanto sia verosimile) parlando di
un uomo che vive la sua malattia e l'affronta (seconda tipologia),
senza andare a smuovere compassione (non è certamente un
simpaticone amabile). Decisamente un mix difficile da gestire. Ho
apprezzato questa caratteristica in diversi punti di svolta ,che non
posso approfondire a causa del rischio spoiler.
Entrando
nel punto meramente più commerciale, il libro si presenta con una
lunghezza di 90 pagine circa ed un costo medio di 10 euro (esiste
solo il cartaceo). Decisamente breve ma, onestamente, credo sia la
lunghezza giusta e oltre le 120 (facendo adeguate aggiunte) non
sarebbe potuto arrivare (a meno di annacquarlo pesantemente).
Voglio
aggiungere, infine, un paio di considerazioni sul voto che intendo
mettere. Come al solito non considero "difetti" le
problematiche dovute al genere di appartenenza. Se leggo un libro
introspettivo non posso lamentarmi di determinate caratteristiche
intrinseche. Seconda cosa, il voto finale è molto influenzato da due
difetti che, a mio avviso, pesano molto:
1)
a prescindere se la malattia del protagonista sia psicologica (quindi
determinata da traumi ambientali) o neurologica (quindi dovuta a
danni/problematiche fisiche del suo cervello), non si capisce bene il
perchè del suo atteggiamento verso gli altri, del suo odio, nei
primi capitoli. L'autore pone poca enfasi sul perchè il protagonista
odi in maniera così forte il mondo che lo circonda, dando quasi
l'impressione che sia immotivato ed impedendo al lettore di
comprenderlo e "schierarsi dalla sua parte" (cosa
importante dato che l'interesse per il libro si regge molto
sull'interesse per il personaggio). Con l'andare avanti della trama
si accumulano vicende che danno senso al suo atteggiamento, ma esse
sono, spesso, derivanti proprio dal suo modo di vedere e fare.
2)
Il finale, semplicemente, non c'è. Non è uno spoiler, non ho
intenzione di dirvi cosa succede, ma semplicemente vi accorgerete che
il libro è finito perché non ci sarà più nulla da leggere.
Immagino dovesse essere una specie di finale aperto ad
interpretazioni ma sembra che, semplicemente, non abbiano stampato il
resto della storia. Il motivo principale di questa sensazione è che
il narratore esterno è il protagonista stesso e non ci viene mai
fatto capire perché stia narrando, a chi si rivolga o dove si trovi.
Non si capisce neanche perché, nella scena finale, lui faccia quello
che fa. Arriva così, senza preavviso e, a mio parere, immotivata, se
si guarda agli eventi precedenti. Non è un problema da poco,
sopratutto se il motivo per cui stai leggendo è sapere dove l'autore
vuole andare a parare.
In
definitiva, è un brutto libro? No. Ha i suoi momenti interessanti e
da molto spazio alla riflessione. Non è decisamente un libro leggero
e spensierato, nè per tutti i gusti ma immagino che più di qualcuno
non vedrà i difetti che io ho notato. Se siete curiosi vi conviene
leggerne un estratto e farvi un'idea vostra.
Voto
6 1/2
Editore: 96 rue de-La-Fontaine Edizioni
Genere: Narrativa contemporanea
Prezzo: cartaceo 9,00 Euro
Rating: 6,5
Sinossi: "Sangue e morte, questo è ciò che si merita un individuo che calpesta questa terra. Ma è un pensiero che non sfiorava la mia mente quand'ero ancora un ragazzo. L'odio che sento ora è comparabile al sentimento di distruzione che vorrei provare ma non riesco a focalizzare per colpa dei farmaci antipsicotici. Farmaci che non sono stato l'unico a prendere, ma qui è troppo presto per parlarne."
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