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Titolo: Rebis
Autore: Karl Jannsen
Genere: Thriller/Urban fantasy
Rating: 6/10
Chris
si sveglia in un letto di ospedale. Per un po’ ricorda solo sprazzi
della sua vita passata. Il viaggio in macchina con i suoi genitori,
lo strano incidente... e la disperazione di chi si rende conto di
essere solo al mondo.
Diciassette
anni e la misteriosa capacità di colpire le persone intorno a lei,
Chris si rende conto che l’incidente non è stato casuale. C’è
qualcuno che la sta cercando per ucciderla, qualcuno che sa chi è
davvero e cosa è in grado di fare. Così, con l’aiuto
dell’infermiera Gina, del giovane immigrato Adam e della
affascinante Carla, studiosa di fisica quantistica e investigatrice
privata, Chris parte per un viaggio che da Milano la porta in Sicilia
alla ricerca di risposte sul suo passato e sui suoi poteri che
possono cambiare il mondo per sempre.
Il
romanzo esordisce come un thriller, di cui ha tutti gli elementi:
incidente che fin da subito sembra un omicidio, strane morti, una
protagonista il cui passato è avvolto nel mistero. Ma già dopo
poche decine di pagine, si sente che la storia devia bruscamente e
inesorabilmente verso il fantasy. Un urban fantasy nostrano e un po’
particolare, senza angeli, demoni e vampiri, che utilizza spiegazioni
fisiche e fantascientifiche per definire il suo background. Ricorda
un po’ le tematiche di “Sliding Doors”, sempre molto
affascinanti.
L’autore
sembra conoscere bene ciò di cui parla, eppure manca qualcosa, una
fluidità a un’ambientazione che risulta un po’ macchinosa,
perché spiegata tutta insieme e forse fin troppo nei particolari.
La
trama presenta qualche gap, soprattutto nella parte finale, e alcuni
passaggi sembrano forzati. Il problema principale però è nei
personaggi, che ruotano tutti intorno alla protagonista e sembrano
privi di una caratterizzazione propria, finendo sullo sfondo come
“aiutanti” o comparse. Questo soprattutto per il personaggio
maschile di Adam. Chris è il fulcro indiscusso del romanzo, ma anche
lei a volte agisce in modo poco coerente e forzato. La sua capacità
di attirare tutti (anche dal punto di vista sessuale) è un po’
troppo rimarcata e le scene di sesso, che in realtà aggiungono ben
poco alla trama, in alcuni momenti sono così dettagliate da
risultare quasi volgari. D’accordo, in questo momento “Cinquanta
sfumature di grigio” e il genere erotico vanno per la maggiore, ma
questo non significa che si debba inserire queste tematiche in ogni
romanzo.
Nel
complesso, l’idea di fondo è buona, e ben scritto è soprattutto
l’inizio, ma l’autore si perde spesso in elucubrazioni pesanti e
dovrebbe approfondire i personaggi, rendendo la narrazione più
fluida e mirata alla “storia” vera e propria.
Irene Grazzini
1 commenti:
Ringrazio (con ritardo, e me ne scuso!) Irene per aver letto il racconto nonostante tutto.
I suoi commenti sono assolutamente corretti e se avrò la forza di riprendere in mano "la penna" ne farò tesoro.
Karl
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