TITOLO: Mutation
AUTOTRE: Irene Grazzini
FORMATO: Ebook
PREZZO: 0.99
GENERE: Fantascienza
RATING: 8/10
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Avete mai scritto la
recensione di un libro che non avete letto?
Beh, io si! Ed è
questa!!!
Se avete avuto il
coraggio e la pazienza di non sbattermi la freccetta del mouse o il
dito che tappa sul vostro smartphone in faccia, vi racconterò la
storia di un viaggio curioso in cui mi sono avventurato.
Di solito leggo i libri
in un posto fisso.
Quando mi va bene, seduto in poltrona in terrazza.
Stavolta, però, è diverso: il libro lo sto “viaggiando”,
fisicamente e mentalmente.
No, non ho sbagliato a
scrivere: è proprio così.
Ultimamente mi capita di
dover viaggiare spesso e, nelle mie trasferte, porto con me l’ipad
e i miei testi e, di tanto in tanto, parcheggio la macchina e metto
in moto la fantasia.
E inizio a “viaggiare”
i libri e a muovermi tra scenari interessantissimi e sempre nuovi.
Avete presente il
cagnolone di Michael Ende della sua “Storia Infinita”? Che
viaggia in volo lungo gran parte del romanzo? Bene! Mettetegli una
corazza nera, durissima, refrattaria ad ogni arma; immaginatelo su
una Terra notturna, che ha pochissimo di quella che noi conosciamo
oggi, ma che si presenta come quello stesso medesimo pianeta ma dopo una grande catastrofe;
mettetegli un cacciatore alle calcagna (come quello cattivissimo di
Jumangi, per intenderci) che teme i raggi del sole quasi fossero i
raggi laser di Mazinga; pensate ad una stazione fuori mano,
abbandonata come le vecchie bettole che si vedono nei film di
Schwarzneggher, un po’ bluastre e con i neon fulminati. Inscenate
un “guardia e ladri” degno dei più divertenti svaghi da bambini,
con l’adrenalina a mille per sole che sta per sorgere e che potrebbe
uccidervi, ed eccovi catapultavi nella scena iniziale del libro.
Forse, proprio iniziale
non è, lo ammetto. Ho barato. Non è questo l’incipit. Ma poco
importa: questo è Mutation e possiamo cambiare facilmente il punto
di vista e il setting con la stessa rapidità che muove i balzi
spazio-temporali del romanzo, posizionandoli nella districata rete
della bella trama, giocata su blocchi narrativi sequenziali ma non
monotoni.
Allora, lasciate morire lo
scarafaggio gigante sulle rotaie arrugginite e resettate la ROM! Si
torna indietro.
Stanza minuscola, un uomo
zoppo, grossi macchinari e un segreto da custodire. Pochi
tratti per caratterizzare un vegliardo e solo l’accenno a dei raggi
laser per richiamare con tutta la sua veemenza l’archetipo dei
“cattivi”. Il resto, potete ben capirlo (o leggerlo, sarebbe
meglio).
Da una stanza sottoterra
ipertecnologica si vola verso un robot imbranato che, in tilt, mette
a soqquadro stanze di appartamento senza alcuna remora, mosso dalle
rotelle pazze dei suoi ingranaggi e dalla penna abile della
scrittrice che, nella goffaggine della scena semicomica, inserisce,
con pochi tratti, ma caratterizzanti, una bella ed elegante ragazza.
Che sia la protagonista? Potrebbe esserlo. Ma questo, non
dimentichiamolo, è Mutation…
E mentre le sequenze
corrono l’una dietro l’altra ad arricchire la storia ed ampliarne
le maglie, mentre i bandoli delle matasse fantasy iniziano a
disegnare l’ordito con più chiarezza, ecco che irrompe un
personaggio statico, fisso, immobile, piccolo ma titanico nella sua
epica caratterizzazione. È la mitologia dell’Alveare che corteggia
e spaventa l’immaginazione fantastica. Immaginate occhi neri che
oltrepassano a tal punto il vostro sguardo da denudarvi al punto da
sentirli su di voi anche di spalle, come un respiro continuo sul
collo. Proiettatevi nell’acropoli che avete sempre immaginato:
lineare nelle sue colonne e melliflua nelle sue vasche da bagno.
Raggiunta, nella pace degli atri, dopo il trambusto delle strade e di
una indolente investitura. Il fascino della sapienza e gli occhi
della Chimerica puntati addosso: li si può sentire quasi con le
orecchie, come se quello sguardo smuovesse l’aria.
E poi il maestro
Erbolaio.
A cosa serviranno i suoi
mille intrugli alchemici?
Il sole lì, fuori dalla
botola, sorge e potrebbe essere tardi. Il fiuto mi dice che, prima o
poi, quel varco sarà scoperto. E scoperchiato.
Saranno i Dottori a
compiere il passo? O loro, magnati dell’Alveare, hanno il compito
di curare soltanto chi ne ha bisogno? Forse gli Schiavi saranno
chiamati a compiere il lavoro sporco. O forse no. Forse questo
lavoro, proprio non esiste. E forse non esiste il libro stesso.
Magari gli stessi personaggi non esistono, così come sono finte le
stesse Confraternite. E queste stesse parole parlano di niente.
Allora, mi chiedo, cosa avete letto fin’ora? Siete proprio sicuri
che questa sia la recensione del libro di cui parla il titolo? O Che
non sia la storia che io ho inventato e che ora vi sto raccontando?
Ci state a giocare al
gioco dell’immaginazione? A correre il rischio di fidarvi? O di non
fidarvi (dipende da voi).
Ci state ad aprire le
pagine di un testo che, patapuff!, potrebbe rivelarsi l’esatto
opposto di quello che ho scritto? In cui lo scarafaggio non muore, ma
con la sua bava velenosa uccide il cacciatore? In cui il robot non
sveglia una principessa ma un vecchio ingegnere moribondo nella sua
stanza sottoterra? Siete pronti a scontrarvi con una possibile
delusione che mai vi farà incontrare la Chimerica nell’atrio
sospeso e atemporale del Tempio dell’Erbolaio?
Siete pronti a tuffarvi
in un romanzo che può essere tutto e il contrario di tutto?
Al quale pensate di
essere preparati ma di cui, in fondo, non conoscete che queste
parole?
E se non esistesse il
cacciatore?
E se non esistesse
l’alveare?
E se il sole non fosse
dannoso, ma fosse lui il vero protagonista?
Cambierebbe, forse,
qualcosa?
Sarebbe, forse, diverso?
Varierebbe la storia?
Può darsi.
O forse no.
Voi che ne dite?
Io un salto tra le pagine
di questo ebook lo farei.
Ma voi, prima di
tuffarvi, ricordate che… questo è il mondo di Mutation!
Attenzione perché questo
è già Mutation!
2 commenti:
Complimenti Irene!
In breve sul mio Kindle :)
:-D
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