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Editore: Bonanno
Formato:
cartaceo
Genere:
saggio storico
Prezzo:
13,60 euro
Valutazione: Positiva
Descrizione:
La
cultura fiorita nell'Impero di Bisanzio, che affondava le sue radici
nella filosofia greca, dando vita alle sottili speculazioni
teologiche, era lontana ed estranea all'Occidente, ma non alla
Sicilia; la tendenza a concepire la vita monastica come isolamento
ascetico dal mondo accomunava i monaci siciliani e quelli greci;
tutte le manifestazioni artistiche prodotte in Sicilia,
dall'architettura alla miniatura, dall'oreficeria alla scultura,
anche le meno raffinate, erano molto più simili alle opere prodotte
dai popoli mediorientali che non a quelle più europee della penisola
italiana, dominata prima dai goti, poi dai longobardi e dai franchi.
Diviene perciò plausibile considerare la Sicilia di quel periodo
come l'estrema propaggine dell'Impero bizantino piuttosto che della
penisola italica.
Valutazione:
Questo
è il primo saggio che mi è capitato di recensire, e chiaramente i
metri di valutazione rispetto ad un romanzo di narrativa sono molto
diversi, certamente più complessi. Anche esprimere una valutazione
in cifre sarebbe stato per me impossibile, perché se un lavoro è
ben fatto non ho di certo la competenza per stabilire se si tratta di
8 o 10, quindi ho preferito lasciare un generico “approvato”.
Ma
andiamo al sodo e parliamo del testo. Il libro è una revisione della
tesi di laurea dell’autrice, trasformata in libro vero e proprio.
Purtroppo la natura stessa dello scritto non lo rende così corposo
quanto avrei sperato, ma questa è solo una piccola precisazione
personale.
Riguardo
lo stile di scrittura, la Valpreda è capace di rendere l’idea di
quello che sta scrivendo con precisione e marziale senso di serietà,
senza mai risultare troppo pesante o boriosa, infatti non mi è
capitato neanche una volta di voler saltare qualche riga per
“arrivare al sodo”. Il volume tratta, come detto, della Sicilia
bizantina abbracciandola però a tutto tondo, anche nelle arti,
strutture, liturgia e monetazione, perciò non aspettatevi un saggio
monolitico come descrizioni su descrizioni di nomi di esarchi,
generali e simili. Lo spezzare il ritmo in capitoli diversi, che si
occupano di fatti differenti ma comunque collegati, da un lato genera
una forte visione d’insieme, dall’altro non stanca e differenzia
lo scritto da un qualunque saggio storico generico. Se vi state
domandando “ma quanto ci posso capire io, lettore non esperto,
dell’argomento trattato?”, bene, la risposta che vi do è che la
Valpreda non ha imbastito un testo per professionisti, a mio parere,
ma comprensibilissimo anche da un profano o da un curioso che si
vuole avvicinare per la prima volta al mondo bizantino in Occidente.
Riguardo
le fonti, chiaramente non posso dire molto al di fuori che sono
numerosissime e ben inserite, perciò non è un testo fatto a braccia
dalle conoscenza dell’autore, ma una vera e propria ricerca storica
che segue i migliori criteri. Nonostante la Valpreda non sia una
storica di professione, il suo lavoro è certamente professionale.
Arrivando
al punto, cosa vorrà mai comunicarci questo saggio. Quello che mi ha
trasmesso è la voglia di scoprire e approfondire le bellezze della
Sicilia medioevale, che troppo spesso passano in secondo piano e anzi
non ricevono la giusta valorizzazione.
Concludendo:
un saggio ben strutturato e solido, per stuzzicare la curiosità del
lettore, con una visione a trecentosessanta gradi sul mondo
siculo-bizantino, scorrevole e di facile lettura.
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