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Titolo: Dio 2.0
Autore: Danilo Conti
Genere: Fantascienza
Prezzo: Ebook € 2,99; Cartaceo 13
Rating: 7,5
Sinossi: A
Gift Town, cittadina che rimanda alle realtà suburbane americane
degli anni '50, la popolazione vive nella costante adorazione e nel
timore di Dio, figura manifestatasi nel cosiddetto "Giorno della
Rivelazione". L'umanità è tenuta a seguire alla lettera le
regole di un nuovo testo sacro, pena la perdita di "punti
sociali" e il rischio di finire all'Inferno, un luogo di cui
poco si conosce e da dove la gente raramente torna indietro. Brian,
un ragazzino di tredici anni pervaso di dubbi e ossessionato dal
ruolo di Dio, inizia a mettere in discussione la società di cui fa
parte e a tastare le pareti di quella che avverte come una gabbia
invisibile. Dio 2.0 è un romanzo fantascientifico in cui gli echi
dell'orwelliano 1984 vanno a braccetto con i temi della letteratura
americana del profondo sud, in cui senso del peccato, fanatismo
religioso e pulsioni pansessuali sono pronte a deflagrare. Un'opera
originale, pregna di idee e volutamente ambigua, che ci rivela un
autore che alla sua opera prima centra il bersaglio, dimostrando
quanto una letteratura di "genere" possa essere una delle
strade da seguire per i giovani narratori italiani.
Recensione: Dio
2.0 non è un libro facile da recensire, anche e soprattutto per
evitare spoiler, perciò cosa posso dire?
Si
tratta di un romanzo fantascientifico distopico e post-apocalittico,
con profonde influenze dei grandi maestri del genere ma una vena
creativa propria che lo rende un lavoro gradevole anche ai non
appassionati del genere. È un lavoro di spessore, profondo e che
invita a riflettere su temi importanti come filosofia, religione,
storia, dando al lettore chiavi di interpretazione esclusive e che
calzano perfettamente più paia di scarpe.
I
personaggi sono strutturati con coerenza e credibilità, anche se ho
apprezzato alcuni più di altri. In particolare il protagonista
assume un ruolo da Deux Ex Machina e tutto ciò che gli succede
attorno è profondamente catalizzato sulla sua persona e questa l’ho
trovata una forzatura anche in molti dialoghi.
Le
descrizioni degli ambienti e la narrazione sono scorrevoli e mai
pesanti, anzi spesso mi sarebbe piaciuto approfondire alcuni temi che
vengono lasciati in sospeso o ignorati del tutto.
Comunque,
il punto forte di questo romanzo è senza dubbio l’idea originale e
la sua disposizione, che è senza dubbio eccellente, soprattutto per
un giovane autore autoprodotto.
Se ti
piace questo romanzo, troverai gradevole anche “1984” di Orwell e
“il padrone del mondo” di Benson.
Voto 7,5.
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