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Titolo: La Battaglia di Aquirama - Giorno e Notte
Genere: Military Fantasy
Prezzo: Euro 2,49 (Cartaceo Euro 11,98)
Rating: 8
Sinossi: Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall’altra e Aquirama nel mezzo.
La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull’orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all’interno stesso delle mura cittadine?
In un giorno e in una notte la storia millenaria della città verrà sconvolta.
Recensione: "La
battaglia di Aquirama" è un fantasy
dai toni e dalle caratteristiche piuttosto tipiche per il genere.
Mancano le classiche razze (ci sono solo gli umani), ma
l'ambientazione è medievale, c'è
la magia (elementale), gli scontri si svolgono a suon di frecce,
scudi ed armi in metallo, con occasionali usi di (rari) esplosivi
rudimentali.
A grandi
linee il mondo ci viene presentato diviso in quattro macro aree
(quarto dell'acqua, della terra, del fuoco e dell'aria) abitate da
popolazioni che, per usi e modi di fare, riflettono l'elemento a cui
è associato il loro territorio. Il quarto dell' aria è formato,
perlopiù, da praterie ed abitato da popoli liberi e barbarici. Il
quarto della terra è abitato da una popolazione militarizzata, le
cui tattiche belliche risultato più ragionate e dall'approccio piú
difensivo. Il popolo del quarto del fuoco è teocratico e gestito da
un culto legato ad una divinatá drago fondatrice e protettrice del
regno, oltre ad aver accesso a (pochi ) esplosivi di difficile
produzione. Del quarto dell'acqua non ci è dato saperne niente. Ogni
popolazione (ad eccezione del fuoco) ha accesso, tramite i maghi,
alla magia correlata al loro elemento, anche se sembra limitarsi
all'evocazione di elementali potenti ma pericolosi anche per chi li
evoca.
Descritta
così l'ambientazione dà
l'idea di qualcosa di banale, di già sentito, ed in effetti
l'aspetto generale del mondo di questo libro è infarcito di molti
clichè del genere, ma hanno un loro motivo di essere e sono stati
usati in maniera intelligente. Leggendo il libro ci si rende conto
che l'intento dell'autore è quello di raccontare un "piccolo"
evento, concentrarsi su quello e buttare il lettore, il più
velocemente possibile, al centro dell'azione. L'unico modo per fare
questo è "abbozzare" uno sfondo semplice e facile da
ricordare, che permetta di dare un'identità di base alle fazioni
coinvolte, ma che non richiedano troppo tempo per essere descritte,
ovvero usare delle fondamenta stereotipate.
I cliché
usati, comunque, non vanno a minare quella che è la personalità
del racconto. Con l'andare avanti della storia, infatti, alle
semplici basi vengono aggiunti dettagli e rifiniture che vanno ad
aggiungere carattere e peculiarità interessanti alle varie
popolazioni, una storia ed una cultura. Un esempio lampante è il
popolo dell'aria formato da diverse tribù
unite per lo scopo finale, ma completamente diverse l'una dall'altra
e tutte ben caratterizzate nell'abbigliamento e nel modo di porsi in
battaglia.
L'idea di
scegliere un arco narrativo e temporale ristretto, unito alla
semplicità delle basi, si va a riflettere in una coerenza
dell'ambientazione piuttosto alta. Personalmente non ho mai notato
momenti in cui gli eventi descritti risultassero impossibili.
Passando
alla trama, come già accennato, il nucleo di base su cui ruota
tramite tutto il libro è piuttosto semplice: il regno di Aquirama,
potente polo commerciale, la cui intoccabilità è sempre stata
legata alla (ormai solo) legenda del divino drago fondatore e
protettore, si trova a dover affrontare l'assalto contemporaneo, e su
fronti diversi, del regno dell'aria e della terra. Partendo, peró,
da questo semplice spunto, l'autore è andato ad innestare diverse
sotto trame ed eventi che fanno da carburante all'intera vicenda. Nel
conflitto, infatti, inizieranno a scoprirsi patti ed alleanze
segrete, tradimenti tra fazioni, astuzie ed azioni di sabotaggio, che
rimodelleranno le tattiche e l'andamento della guerra, ma sempre in
maniera credibile (per il contesto fantasy in cui è immerso ).
La storia,
in generale, prende e scorre facilmente. L'alternanza tra momenti
bellici e sotterfugi permette una buona variazione della narrazione
ed evita la ripetizione. Unico punto dolente, a mio avviso, è
proprio nel continuo cambio di scenario. Tutta il libro regge la
propria narrativa sulla struttura del romanzo corale , quindi su
punti di vista diversificati e sul continuo cambio di location.
L'autore ha inserito sia una mappa delle zone sia (nei titoli )
l'indice del dove e di chi si stà parlando, ma tale struttura
potrebbe portare in confusione un lettore occasionale, che si
ritroverà ad orientarsi più sui
personaggi che sui luoghi.
Parlando dei
personaggi, vale la stessa cosa che vale per il resto del libro. Essi
sono figli delle basi da cui nascono ma, allo stesso tempo, vivono di
vita propria. Alcuni risultano più memorabili di altri ma tutti
hanno qualcosa che li caratterizza, prendendo spessore mano a mano
che se ne raccontano le vicende. Non è difficile pensare di
ritrovarsi a simpatizzare per uno o più personaggi ed a preferirne
gli archi narrativi.
In
definitiva ci troviamo davanti ad un libro di intrattenimento scritto
in maniera intelligente. Dove il fantasy, di solito, parla di storie
di ampio respiro cronologico e le battaglie si inseriscono nelle
strorie come parentesi di viaggi e di eventi più grandi, qui ci si
concentra in meno di due giorni, in un'unica battaglia, ma fatta
bene, ben descritta e dagli esiti imprevedibili. Nessuno è l'oscuro
signore da sconfiggere ed in ogni schieramento c'è qualcuno per cui
tifare.
Il prezzo,
infine, è onesto per un ebook, considerando che è acquistabile a
2,49 euro per 280 pagine abbondanti (senza tener conto della
possibilità di leggere gratis i suoi libri sul suo blog).
Prezzo: Euro 2,49 (Cartaceo Euro 11,98)
Rating: 8
Sinossi: Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall’altra e Aquirama nel mezzo.
La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull’orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all’interno stesso delle mura cittadine?
In un giorno e in una notte la storia millenaria della città verrà sconvolta.
Recensione: "La
battaglia di Aquirama" è un fantasy
dai toni e dalle caratteristiche piuttosto tipiche per il genere.
Mancano le classiche razze (ci sono solo gli umani), ma
l'ambientazione è medievale, c'è
la magia (elementale), gli scontri si svolgono a suon di frecce,
scudi ed armi in metallo, con occasionali usi di (rari) esplosivi
rudimentali.
A grandi
linee il mondo ci viene presentato diviso in quattro macro aree
(quarto dell'acqua, della terra, del fuoco e dell'aria) abitate da
popolazioni che, per usi e modi di fare, riflettono l'elemento a cui
è associato il loro territorio. Il quarto dell' aria è formato,
perlopiù, da praterie ed abitato da popoli liberi e barbarici. Il
quarto della terra è abitato da una popolazione militarizzata, le
cui tattiche belliche risultato più ragionate e dall'approccio piú
difensivo. Il popolo del quarto del fuoco è teocratico e gestito da
un culto legato ad una divinatá drago fondatrice e protettrice del
regno, oltre ad aver accesso a (pochi ) esplosivi di difficile
produzione. Del quarto dell'acqua non ci è dato saperne niente. Ogni
popolazione (ad eccezione del fuoco) ha accesso, tramite i maghi,
alla magia correlata al loro elemento, anche se sembra limitarsi
all'evocazione di elementali potenti ma pericolosi anche per chi li
evoca.
Descritta
così l'ambientazione dà
l'idea di qualcosa di banale, di già sentito, ed in effetti
l'aspetto generale del mondo di questo libro è infarcito di molti
clichè del genere, ma hanno un loro motivo di essere e sono stati
usati in maniera intelligente. Leggendo il libro ci si rende conto
che l'intento dell'autore è quello di raccontare un "piccolo"
evento, concentrarsi su quello e buttare il lettore, il più
velocemente possibile, al centro dell'azione. L'unico modo per fare
questo è "abbozzare" uno sfondo semplice e facile da
ricordare, che permetta di dare un'identità di base alle fazioni
coinvolte, ma che non richiedano troppo tempo per essere descritte,
ovvero usare delle fondamenta stereotipate.
I cliché
usati, comunque, non vanno a minare quella che è la personalità
del racconto. Con l'andare avanti della storia, infatti, alle
semplici basi vengono aggiunti dettagli e rifiniture che vanno ad
aggiungere carattere e peculiarità interessanti alle varie
popolazioni, una storia ed una cultura. Un esempio lampante è il
popolo dell'aria formato da diverse tribù
unite per lo scopo finale, ma completamente diverse l'una dall'altra
e tutte ben caratterizzate nell'abbigliamento e nel modo di porsi in
battaglia.
L'idea di
scegliere un arco narrativo e temporale ristretto, unito alla
semplicità delle basi, si va a riflettere in una coerenza
dell'ambientazione piuttosto alta. Personalmente non ho mai notato
momenti in cui gli eventi descritti risultassero impossibili.
Passando
alla trama, come già accennato, il nucleo di base su cui ruota
tramite tutto il libro è piuttosto semplice: il regno di Aquirama,
potente polo commerciale, la cui intoccabilità è sempre stata
legata alla (ormai solo) legenda del divino drago fondatore e
protettore, si trova a dover affrontare l'assalto contemporaneo, e su
fronti diversi, del regno dell'aria e della terra. Partendo, peró,
da questo semplice spunto, l'autore è andato ad innestare diverse
sotto trame ed eventi che fanno da carburante all'intera vicenda. Nel
conflitto, infatti, inizieranno a scoprirsi patti ed alleanze
segrete, tradimenti tra fazioni, astuzie ed azioni di sabotaggio, che
rimodelleranno le tattiche e l'andamento della guerra, ma sempre in
maniera credibile (per il contesto fantasy in cui è immerso ).
La storia,
in generale, prende e scorre facilmente. L'alternanza tra momenti
bellici e sotterfugi permette una buona variazione della narrazione
ed evita la ripetizione. Unico punto dolente, a mio avviso, è
proprio nel continuo cambio di scenario. Tutta il libro regge la
propria narrativa sulla struttura del romanzo corale , quindi su
punti di vista diversificati e sul continuo cambio di location.
L'autore ha inserito sia una mappa delle zone sia (nei titoli )
l'indice del dove e di chi si stà parlando, ma tale struttura
potrebbe portare in confusione un lettore occasionale, che si
ritroverà ad orientarsi più sui
personaggi che sui luoghi.
Parlando dei
personaggi, vale la stessa cosa che vale per il resto del libro. Essi
sono figli delle basi da cui nascono ma, allo stesso tempo, vivono di
vita propria. Alcuni risultano più memorabili di altri ma tutti
hanno qualcosa che li caratterizza, prendendo spessore mano a mano
che se ne raccontano le vicende. Non è difficile pensare di
ritrovarsi a simpatizzare per uno o più personaggi ed a preferirne
gli archi narrativi.
In
definitiva ci troviamo davanti ad un libro di intrattenimento scritto
in maniera intelligente. Dove il fantasy, di solito, parla di storie
di ampio respiro cronologico e le battaglie si inseriscono nelle
strorie come parentesi di viaggi e di eventi più grandi, qui ci si
concentra in meno di due giorni, in un'unica battaglia, ma fatta
bene, ben descritta e dagli esiti imprevedibili. Nessuno è l'oscuro
signore da sconfiggere ed in ogni schieramento c'è qualcuno per cui
tifare.
Il prezzo,
infine, è onesto per un ebook, considerando che è acquistabile a
2,49 euro per 280 pagine abbondanti (senza tener conto della
possibilità di leggere gratis i suoi libri sul suo blog).
1 commenti:
Confermo, una gradevolissima e avvincente lettura!
Secondo me merita attenzione soprattutto questa frase della recensione: "Nessuno è l'oscuro signore da sconfiggere ed in ogni schieramento c'è qualcuno per cui tifare."
E' senza dubbio un punto forte di tutte le opere di Andrea Zanotti, quel qualcosa in più che molti fantasy non hanno.
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