Titolo: Memories of
Ice [The Malazan Book of the Fallen #3]
Autore: Steven
Erikson
Genere:
epic/military fantasy
Codice ISBN:
978-0553813128
Pagine:
1200
Editore:
Bantam
Rating:
10/10
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ebook)
“Memories
of Ice” (MoI) è il terzo libro dell'acclamata serie fantasy “The
Malazan Book of the Fallen”, scritta dall'autore canadese Steven
Erikson.
Il
ciclo presenta un proprio ordine di lettura e non ci si può esimere
nel seguirlo, quindi dovrete aver letto i precedenti due volumi prima
di potervi gustare questo nuovo capitolo.
ATTENZIONE:
la recensione contiene spoiler sui libri precedenti del ciclo, non
leggetela se non volete guastarvi la lettura dei prequel.
Per
chi fosse curioso sappia che questo MoI è un libro migliore del già
capolavoro “Deadhouse Gates” e dell'eccellente “Gardens of the
Moon”, roba da far restare a bocca aperta anche il più navigato
dei lettori. Leggete questa benedetta saga!
Trama
Nel continente di Genabackis è sorto un nuovo e terrificante impero: il Dominio di Pannion, che invade la terra inghiottendo tutti coloro che non si sottomettono al voler del Veggente. Ma una scomoda alleanza intralcia il cammino del re-sacerdote del Dominio: mentre diversi clan di più antica discendenza si accingono a riunirsi, in risposta a un richiamo primordiale, i T'lan Imass insorgono poiché un'ombra cupa e malvagia minaccia il mondo...
Ultimo
avviso: spoiler sui libri precedenti del ciclo. Non dite che non
vi avevo avvisato.
Il
genere fantasy, negli ultimi anni, ha visto allungare
esponenzialmente il numero di pagine per romanzo. Difficilmente
troverete qualcosa sotto alle 400 pagine che valga la pena di essere
letto (mi viene in mente solo Gemmell), mentre i più grandi
capolavori del genere superano tutti le 500 pagine/libro.
Perfino
chi è abituato a tanta lunghezza, però, potrebbe esitare di fronte
ad un tomo di 1200 pagine come MoI. E' comprensibile, avevo anch'io
i miei dubbi. Per un attimo mi ero dimenticato quale serie stessi
leggendo. Non fatevi condizionare dalla lunghezza dello scritto,
perchè alla fine vi ritroverete a desiderare che fosse stato molto
più lungo.
MoI
è il sequel diretto di “Gardens of the Moon”.
Ritorniamo
sul continente di Genabackis a seguire le vicende dell'esercito
Malazan comandato da Dujek Onearm.
Dopo
gli eventi di Daruijistan, l'armata Malazan su Genabackis viene
dichiarata fuorilegge dall'Imperatrice Laseen e abbandonata a se
stessa.
10000
uomini e donne seguono fedelmente l'inossidabile Dujek e tra di essi
non mancano la trentina di Bridgeburners scampati alla morte nelle
gallerie di Pale. I Bridgeburners, la migliore unità militare mai
creata per un libro fantasy. Nel primo libro, pur avendo dei ruoli
principali, questo gruppo di soldati è stato abbastanza snobbato da
Erikson, perchè GotM aveva l'obbiettivo di introdurre il lettore nel
gigantesco mondo Malazan e non di entrare nello specifico sui
personaggi. In MoI capirete perchè questo piccolo gruppo di uomini e
donne è idolatrato dai fan, perchè il loro motto è “first in,
last out”.
In
realtà, come sappiamo già dal libro precedente e ci viene ribadito
nel primo capitolo di MoI, l'espulsione dell'armata di Dujek
dall'Impero Malazan è una mossa politica di Laseen per permettergli
di allearsi con Caladan Brood e Anomander Rake, per fronteggiare
insieme la nascente minaccia del Veggente Pannion nel centro del
continente.
Al
capo opposto di Genabackis si forma un altro esercito, composto da 7
elementi con poteri formidabili, completando così la tenaglia
pendente sull'enigmatico Pannion. In questa formidabile armata
troveremo la “Prima Spada” dei T'lan Imass, la figlia di una
divinità decaduta, due canidi molto
particolari e una spedizione punitiva formata da 3 elementi del
gruppo etnico denominato “Seguleh”. A questi si aggiunge uno dei
personaggi migliori dell'intera serie, ritenuto morto dopo gli eventi
del primo libro.
Questo
è, in breve, il riassunto delle premesse
del libro.
Ho
omesso molti elementi causa lunghezza, per esempio il Raduno dei
T'lan Imass, la città di Capustan, Bauchelain e Korbal Broach,
divinità varie che vogliono mettere il naso nelle faccende dei mortali e
tanto, ma tanto, tantissimo altro ancora.
Nonostante la mole del libro la lettura è molto più
scorrevole dei precedenti volumi, perchè a questo punto conosciamo
già la maggior parte dei personaggi e la base del mondo Malazan.
Ovviamente nuovi personaggi fanno la loro comparsa, tra tutti voglio
citare Lady Envy, Itkovian e Gruntle, tra i migliori in assoluto.
Conosceremo meglio i protagonisti del primo libro e impareremo ad
amarli e rispettarli.
Se già non l'avevate capito, Erikson sfrutta
sapientemente l'uso dei punti di vista “inattendibili”, quindi i
cattivi possono trasformarsi in vittime e i buoni in cattivi. MoI è
il libro che fino ad ora, più di tutti gli altri ci presenta vicende
da punti di vista differenti. Basti pensare alla guerra T'lan
Imass/Jaghut, all'armata di cannibali chiamata “Tenescowri”, alle
divinità e all'Impero Malazan stesso.
Adottando
questo stile, pur essendo straordinariamente difficile da gestire,
si riescono a creare intrecci e a dare prospettiva al world building.
Non a caso in una precedente recensione ho scritto che i libri
Malazan forniscono la storia di un mondo intero, non solo di semplici
personaggi.
Erikson ancora una volta riesce a creare immagini
stupefacenti nella mente dei lettori con uno stile di scrittura
“spoglio”, ma efficace. Pagherai denaro sonante per vedere alcune
scene girate al cinema con i più recenti effetti speciali.
Mentre leggevo il libro mi segnavo mentalmente alcuni
commenti che avrei voluto fare in questa recensione, ma davvero,
sarebbero superficiali, spoilerosi e sarebbero tempo sprecato per gli
eventuali lettori della serie.
Questo
libro è il pinnacolo del fantasy ad “alto contenuto di magia”*,
roba da far impallidire Tolkien stesso e tutti gli altri autori del
calibro di Robert Jordan, Robin Hobb e Brandon Sanderson. Solamente
la serie A Song of the Ice and Fire è
qualitativamente al livello dei libri Malazan, ma il paragone non
regge visti i diversi contenuti di sovrannaturale e di “scopo”.
Memories
of Ice è
il libro che ogni scrittore sogna di creare.
Personaggi
formidabili, world building solo un passo al di sotto della
leggendaria Terra
di Mezzo, trama
mozzafiato e ricca di colpi di scena, profondità, filosofia, la
prospettiva che abbraccia un mondo intero, risate, lacrime.
Una
cavalcata di 1200 pagine che
incollerà alle pagine i lettori più esigenti e pazienti, ma
altamente sconsigliata per chi cerca un libro solo per riempire del
tempo libero. Bisogna dedicarsi ai romanzi Malazan con tutto il
proprio essere e mantenere il cervello funzionante durante la
lettura, altrimenti anche voi vi unirete agli innumerevoli lettori a
cui questa saga non piace perchè “complicata” e fuori dagli
schemi. Addirittura alcuni si spingono più in là, definendo
“Gardens of the Moon” un'accozzaglia di personaggi ed eventi
messi insieme a caso. Dopo aver finito MoI potrete unirvi a me nel
deridere questi commenti, oppure impietosirvi alla vista di lettori
che sprecano dei libri così grandiosi a causa di un grado di sfida
più elevato del solito. La televisione ci ha abituati troppo bene,
per fortuna Erikson è giunto in aiuto di chi vuole prodotti
d'intrattenimento che richiedano l'uso della materie grigia.
Traduzione
italiana
Gli
editori italiani non si smentiscono: trovano un libro più voluminoso
del solito e cosa fanno? Colgono l'occasione al volo, trovano un
punto a caso nel testo e lo dividono in due volumi. Il doppio del
guadagno sulle spalle del lettore che è obbligato a spendere 3 volte
in più dei suoi colleghi inglesi a causa dell'ingordigia delle case
editrici nostrane.
Notare
il numero di pagine complessivo dei due volumi: meno di 1100. Davvero
ci volete far credere che non avreste potuto pubblicare il libro in
un volume unico?
La
Bantam e la Tor l'hanno fatto nelle versioni economiche, figuriamoci
se l'Armenia non poteva farlo nella versione rilegata da 15€, l'unica disponibile.
Tra
l'altro, guardando le pagine dei libri su Amazon (parte uno e
parte due), sono presentati con la stessa identica copertina.
Voglio sperare che sia un errore di caricamento dell'immagine, perchè
se non fosse così sarebbe una colossale presa per i fondelli.
6 commenti:
Libro eccezionale. Nulla da aggiungere.
Per quanto concerne la versione italiana, ti confermo che è proprio così!!!
Libro tagliato a metà con l'accetta e presentato con la medesima copertina.
A mio parere orrida peraltro, come tutte quelle della serie.
Un insulto al grandissimo Erikson.
Armenia ha spezzato in due parti altri volumi dell'opera: I cacciatori di ossa (6° volume), Venti di Morte (7°), I segugi dell'ombra (8°). Le copertina dei volumi divisi in due parti sono le stesse, cambia solo la tonalità dei colori usati.
Purtroppo si pensa solo al profitto, a speculare (Mondadori ha fatto anche peggio con Martin).
Sulla saga Malazan c'è poco da aggiungere: epica e maestosa. Finora ho letto tutto quello che è stato tradotto in Italia e posso dire che è monumentale, profonda e intelligente, altro che la roba dozzinale che spesso l'editoria propone con certi "scrittori" italiani, visto che considera il fantasy roba per ragazzini, disadattati e minorati.
Beh c'è anche da dire che il sig. Erikson ha scritto un maloppo da 1200 pg... posso capire se qualche editore vuole spezzare. Inoltre sono soldi doppi anche per l'autore no?
Sono soldi doppi anche per il lettore. All'estero riescono a pubblicare i volumi in un unico tomo, in Italia no: la spiegazione è il voler guadagnare il più possibile. Poi ci si lamenta che rispetto all'estero si vende meno, ma si vedano certe scelte editoriali.
Nell'edizione ENG/USA hanno pubblicato i libri di Erikson da 1200 pagine in un unico volume in formato "tascabile", quindi in versione hardcover non esistono scusanti per dividerli, se non quella del guadagno delle case editrici.
E' vero che l'autore prende più soldi, ma è anche vero che molti potenziali lettori non compreranno questi libri proprio perchè divisi, in quanto i tempi di attesa e i costi sono proibitivi.Contando che questa serie non raggiungerà mai i livelli di vendita di un martin qualsiasi, è facile capire che questa scelta editoriale sia sbagliata per tutt: case editrici, autore e lettori.
Non ci sono scusanti. Mettiamoci anche una traduzione non fantastica e copertine orribili (e troppo YA per i miei gusti) e il quadro è completo.
Intendevo dire che spesso capita di comprare libri <300 pagine e come lettore sono bendisposto a spendere il doppio per 1200, se il prodotto è buono come mi pare di capire dalla recensione.
Sono consapevole che all'estero hanno pubblicato in un unico volume, bisognerebbe confrontare le edizioni per giudicare la bontà del lavoro ma per esperienza personale questi "mostri" vengono molto male, anche e soprattutto per il lettore, che deve portarsi appresso un macigno da 1kg scritto in caratteri microscopici e che devi acquistare tutto insieme,mentre con la divisione in 2 si può anche decidere di non proseguire se l'opera non aggrada. Che l'editore poi voglia guadagnare il più possibile è indubbio.
Unexist ti sbagli se pensi che l'hc sia più capiente del pb: è vero il contrario; le tue supposizioni sull'inefficacia commerciale dei 2 volumi mi paiono molto discutibili, ma sicuramente sei un editore molto migliore di me, e anche di Armenia a quanto pare.
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