Signore
e signori, visto l’interesse dimostrato nei commenti al primo
articolo, ecco a voi:
Strategia
di Scrittura nº2: Stabilisci il ritmo con la lunghezza delle frasi
Concetti
come ritmo
e passo
hanno sempre un che di soggettivo, di personale. Strumenti davvero
importanti per la riuscita di un testo, ma molto difficili da
esprimere nella pratica. Proviamoci, saccheggiando come sempre le
sapienti riflessioni di Roy Peter Clark (“Writing Tools”).
In
poche parole, lo scrittore deve apprendere a variare la lunghezza
delle frasi. Non a caso, bensì con uno scopo ben preciso.
Le
frasi lunghe danno vita a un flusso costante, una corrente regolare
che trasporta il lettore lungo il fiume della comprensione.
Aleuthia
passeggiava sulla riva del lago, un fiore in bocca e la testa piena
di pensieri. Doveva sposare Edward, tanto ricco, bello e gentile,
oppure il suo adorato Jack, lo stalliere? Con Jack aveva condiviso
anni di sorrisi e spensierate corse sotto il sole. Con Edward poteva
ambire al lusso, alle feste, ai viaggi in carrozza fino agli angoli
più esotici del mondo...
Le
frasi corte schiacciano sul freno.
“Smettila”
si disse “È jack che ami.”
In
generale, più è lungo il “movimento” descritto nel testo, più
lunga la frase che lo accompagna.
Farsos
lasciò trottare il destriero a briglie sciolte. Si abbandonò sulla
sella, per meglio ammirare il panorama sabbioso. Accompagnò con
sguardo stanco le ombre dei cactus che si allungavano sul deserto,
man mano che il disco del sole sprofondava dietro all’orizzonte. Un
sibilo improvviso gli ferì le orecchie. Notò un guizzo tra le zampe
del cavallo. Sobbalzò. Un maledetto crotalo!
È
lo scrittore a controllare il passo del lettore: lento, svelto o una
via di mezzo. Può avvalersi di frasi di varia lunghezza per produrre
la musica, il ritmo della storia.
Ora
sappiamo che questi concetti vaghi affondano le radici in questioni
molto più terra terra: quanto è lunga la frase? Dove si trovano le
virgole e il punto? Quante frasi ha il paragrafo?
Ecco
tre ragioni strategiche per rallentare il passo, utilizzando frasi
corte:
1.
Semplificare ciò che è complesso.
L’abbondanza
di punti dà al lettore tempo e spazio per comprendere.
Puoi farcela, Andrew. Ma
devi muoverti adesso. Hai presente l’eremita che vive nella
foresta? Conosce ogni tipo di erba curativa. Se vuoi salvarti la
pelle, sarà il caso di fargli una visita.
2.
Creare suspense.
La porta sbatté con forza.
Cos’era stato?
Accostai
l’occhio alla serratura. Non vidi nulla. Tutt’intorno, il
silenzio. All’improvviso, un suono secco alle mie spalle. Era lui!
3.
Scatenare potere emotivo.
Molti
chiamano questo effetto “Gesù
pianse”:
per esprimere la profonda tristezza di Gesù al sapere della morte
del suo amico Lazzaro, lo scrittore del Vangelo utilizza la frase più
corta in assoluto. Due parole. Soggetto e verbo. “Gesù pianse”.
“Non volevo che lo
sapessi da me” mormorò Julia.
“Che cosa?”
“Lars è tuo figlio.”
La realtà gli crollò
addosso.
Un figlio. Aveva un figlio!
Tanto
dramma. Tanta emozione - stile novela messicana :))
Tante
frasi corte.
Riporto
qui sotto il fantastico esperimento di Gary Provost (“100 Ways to
Improve Your Writing”):
Questa
frase ha cinque parole. Ecco qui altre cinque parole. Frasi di cinque
parole vanno bene. Ma troppe insieme causano monotonia. Ascolta quel
che sta succedendo. Lo scritto sta diventando noioso. Il suo suono ti
dà voglia di dormire. È come un disco rotto. L’orecchio implora
un po’ di varietà. Adesso ascolta. Cambio la lunghezza delle
frasi, e con essa creo la musica. Musica. Lo scritto canta. Ha un
ritmo piacevole, una cadenza, un’armonia. Uso frasi corte. E uso
frasi di media lunghezza. E a tratti, quando sono certo che il
lettore sia riposato, lo coinvolgo in una frase di considerevole
lunghezza, una frase che brucia d’energia e s’innalza con
l’impeto di un crescendo, il rullo dei tamburi, il tuonante
clangore dei piatti - suoni che dicono “Ascoltami, questo è
importante!”
Bello,
vero?
Seguiamo
il consiglio di Provost: usiamo una combinazione di frasi corte,
medie e lunghe. Diamo vita a una melodia che appaghi l’orecchio del
lettore.
Non
scriviamo soltanto parole. Scriviamo musica.
Per
finire, qualche esercizietto!
- Riprendi un tuo scritto recente ed esamina la lunghezza delle frasi. Combinandole tra loro, o tagliandole a metà, stabilisci il ritmo più adatto al tono e all’argomento.
- Nel leggere i tuoi autori preferiti, presta attenzione alla lunghezza delle frasi. Segna le frasi corte o lunghe che trovi più efficaci.
- Sfoglia qualche libro per bambini, soprattutto per i più piccoli: la lunghezza e variazione della frasi è di grande importanza in questo genere di pubblicazioni.
- Punto di discussione: al contrario di quanto detto nell’articolo, molti riterranno che una serie di frasi corte acceleri il processo di lettura. Ma tanti punti uno dopo l’altro non fungono da segnali di stop? Non rallentano il lettore ad ogni passo?
6 commenti:
bello anche questo.Farò pure i compiti a casa..so di non saper scrivere, magari miglioro un po';)
Siamo in due allora! Raccogliere il materiale per questi articoletti - e inventare gli esempi - mi sta facendo un gran bene...
Anche Socrate lo diceva: "so di non sapere".
Guarda un po' tu quanta strada ha fatto :))
Il ritmo si stabilisce anche con la lunghezza dei paragrafi, anche qui in un modo che ha molto a che fare con la musica.
Ben detto Sire! Ottimo spunto per il prossimo articolo...
Ciao Lone.Wolf
Finalmente si parla un po' di stile. Di solito tutti i vari corsi di scrittura hano una sequenza fissa ("l'incipit", "i dialoghi", "la trama", "i personaggi"), ma di stile si parla sempre poco.
Continuerò a seguire questi interessanti articoli!
Grazie Angelo, mi fa molto piacere che gli articoli siano di tuo gradimento!
Invito te e tutti quanti a condividere commenti, esempi e contro-esempi ogni volta che ne avrete voglia (come hai appena fatto): con il contributo del gruppo, possiamo arricchire non poco il contenuto di ogni articolo.
Mercoledi esce il prossimo - se nel frattempo non mi impappino con la tastiera, uahah!
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