Titolo:
L'Acchiapparatti
Autore: Francesco
Barbi
Genere: Low Fantasy
Pagine: 466
Editore: Baldini
Castoldi Dalai
Rating: 8/10
Link acquisto (3,99€ ebook)
Esiste una generale avversione in Italia verso autori fantasy nostri
connazionali. Francamente la condividevo, prima di leggere la perla
di Francesco Barbi. Adesso sono convinto che anche noi possiamo farci
sentire a livello internazionale nel genere fantastico. Non a caso
questo libro sta per essere tradotto e pubblicato in Olanda, hanno
riconosciuto il suo valore anche all'estero.
L'acchiapparatti
è il primo volume di una probabile trilogia, ma si può leggere da
sé, essendo autoconclusivo. Non manca qualche piccolo problema qua e
la, ma nel complesso è bellissimo e appassionante.
Trama
Pochi a Tilos conoscono il nome di Ghescik. Lui è soltanto il becchino, l'ometto gobbo e storpio che vive al cimitero, ai margini del paese. Pochissimi sanno che coltiva una passione insana per la feldspina e gli scritti antichi. Solo lo strambo acchiapparatti gli è amico. Notte fonda. Al sicuro tra le mura della casa-torre diroccata, Zaccaria sta rimproverando uno dei suoi gatti quando qualcuno bussa alla porta. Il becchino si presenta con un libro rilegato in pelle scura, che sostiene di aver vinto grazie a una scommessa con lo speziale. Risale a epoche in cui la magia non era stata ancora messa al bando e sembrerebbe contenere le memorie di un defunto negromante. Ghescik non fa parola dello strano diadema rinvenuto in un sotterraneo della "torre maledetta", ma ha un solo modo per scoprire se certi suoi sospetti sono fondati: far tradurre il libro a Zaccaria che, inspiegabilmente, ha sempre avuto grandi doti come decifratore delle lingue arcane... Inseguiti dagli sgherri dello speziale, becchino e acchiapparatti verranno catapultati nei meandri di una vicenda terribile che non coinvolgerà i soliti eroi, ma una compagine di personaggi inconsueti: un cacciatore di taglie sfigurato, una prostituta dalle molte risorse, un gigante che parla per proverbi sgrammaticati e una schiera di feroci tagliagole. Ma quale legame esiste tra il misterioso diadema e la terrificante creatura rinchiusa da secoli nelle segrete di Giloc?
Il genere è
low fantasy, quindi non aspettatevi un classico con magia straripante
ed eroi belli e invincibili. Tutto il contrario. La vicenda è cupa,
sanguinaria, non esiste posto per il perdono, la vita è dura, i
fuorilegge spadroneggiano. La magia è stata estirpata grazie
all'intervento, secoli prima, di una Chiesa fortemente contraria al
suo utilizzo. Durante quella guerra fu usata l'ultima grande magia
per fermare l'esercito di Olm intento alla conquista delle Terre di Confine.
Il mago era un negromante alla ricerca di vendetta e della vita
eterna. I risultati sono stati soddisfacenti nel presente, avendo
ricacciato Olm nei suoi confini, ma disastrosi per il futuro. La
storia del ritorno di quella magia è narrata in questo libro e, pur
non essendo particolarmente originale, riesce ad incollare il lettore
allo schermo del reader.
Dico reader
non a caso: il libro cartaceo è difficile da trovare e sull'unico
sito disponibile il prezzo era di quasi 20€. Decisamente troppo.
Per fortuna esiste la versione ebook al prezzo di 3,99€ che purtroppo ha dei
problemi di impaginazione. Ad esempio i titoli dei capitoli sono
scritti minuscoli nell'ultima pagina del capitolo precedente e alcune
introduzioni dei capitoli, in cui viene approfondita la conoscenza
dell'ambientazione, non si distinguono dal capitolo vero e proprio.
Qualche problema anche nei paragrafi, certe volte non si lascia lo
spazio al cambio di POV o di tempo. Piccoli problemi che nel
complesso rendono fastidiosa la lettura, ma qui si deve bacchettare
la casa editrice, non certo l'autore.
La vicenda
si apre con un prologo, anche questo a mio parere un punto debole del
romanzo. L'evento qui narrato da il via a tutta la storia seguente,
quindi avrebbe meritato più attenzione nella narrazione. La veggente
Macba, ad esempio, ha un ruolo ridicolo nel prologo, pur essendo la
persona che da il via a tutto. In pratica il prologo andava trattato
meglio. Vi posso comunque assicurare che già nel primo capitolo le
cose iniziano ad andare meglio. Resta qualche problema isolato di
parole o frasi che mal si adattano ad un contesto medievale come
quello trattato, ad esempio la parola “capannone”. Oppure
espressioni che si utilizzano nell'italiano parlato, ma che suonano
male in quello scritto. Anche questo problema scompare dopo 3-4
capitoli. Il libro meritava però una migliore revisione dell'inizio,
almeno al livello dei capitoli successivi.
Adesso
possiamo parlare delle cose positive. E sono molte.
L'ambientazione,
come già detto, è medievale e la compassione e il buon cuore non ci
trovano spazio. Ognuno deve pensare a sé, le classi sociali hanno
enormi differenze economiche e le esecuzioni sono all'ordine del
giorno. La corruzione dilaga e i furfanti abbondano. Non manca la
droga del luogo, la feldspina, di cui uno dei protagonisti è
dipendente.
Già,
proprio gli stessi protagonisti che sono il surplus di tutto il
libro. Magnifici.
Nell'ordine
abbiamo un: becchino gobbo, un matto, una prostituta, un gigante
ritardato e un cacciatore di taglie. Specialmente Zaccaria, il matto,
ha una caratterizzazione incredibile, senza dubbio è uno dei
migliori personaggi che abbia mai visto. Proprio Zaccaria è
l'acchiapparatti che da il titolo al romanzo.
Lui e il
becchino formano un duo divertente e appassionante che ci trascinerà
in questa letale vicenda. Letale e sanguinaria, a tratti sembra di leggere
un romanzo horror/splatter.
La trama è solida, anche se mancano dei veri e propri colpi di
scena. Le parti più interessanti sono quelle al di fuori dei
personaggi principali. Ad esempio quando viene narrato il massacro di
una famiglia di contadini: viene descritta perfettamente la serata
tipo di questa famiglia e l'orrore che ne consegue. Anche il racconto
sulle origini del Mostro è affascinante.
Barbi
dimostra una straordinaria padronanza del suo stile narrativo. Non è
abbellito o sfarzoso, è funzionale al genere che ha scelto di
scrivere. Crudo, diretto, ma senza incappare nell'errore di
attualizzare e quindi condannare alcuni comportamenti “cattivi”
dei personaggi. Il suo meglio lo mostra nelle descrizioni ad inizio
capitolo del mondo che ha creato. Ne avrei volute di più e pensate
che a me non piacciono molto le fasi di cosiddetta narrative
summary.
Dunque,
riassumendo: trama solida, personaggi originali e strambi, poca
magia, un mondo difficile in cui vivere e stragi a volontà.
Certamente non un libro consigliato a tutti, neanche fra gli amanti del genere.
Nell'edizione
ebook manca una mappa del mondo. Fatto molto grave per un fantasy.
Forse nel cartaceo è presente, non saprei. Per fortuna la potrete
trovare a questo indirizzo.
Notare la somiglianza con le mappe di Tolkien, si vede che Barbi ha
buon gusto!
In
conclusione: leggete questo libro se vi piacciono autori come George
R.R. Martin, Joe Abercrombie e Patrick Rothfuss. Leggetelo anche se
non vi piacciono, fate crescere sia qualitativamente che
quantitativamente il fantasy italiano, ne guadagneremo tutti!
0 commenti:
Posta un commento